Alvin Curran
Live in Spigolizzi (film)
03.03.2021 – 28.03.2021
Alvin Curran
Live in Spigolizzi (film)
03.03.2021 – 28.03.2021
Alvin Curran
Live in Spigolizzi, 7 settembre 2019
video documentazione della live performance, durata 40′
Non è stato un caso per me raggiungere “Spigolizzi”, l’originale casa di Patience Gray e Norman Mommens a Presicce, per eseguire una versione speciale del mio “Endangered Species” [Specie in via d’Estinzione] nell’aia, il vecchio spazio circolare adibito alla trebbiatura di questa antica masseria. Ho conosciuto Patience e Norman a metà anni Sessanta, quando vivevano in una fattoria sperduta fuori Carrara. A quei tempi stavano raffinando le loro capacità di vita come moderni survivalisti nell’era post-industriale. Insieme a Edith Schloss, pittrice americana che viveva tra Roma e la Liguria, non lontano da Carrara, diventammo subito amici di quella meravigliosa coppia di utopisti. Li andai a trovare a Spigolizzi una volta a metà anni Settanta, e di nuovo nel 2000, poco tempo dopo la morte di Norman. Certo, la fine degli anni Sessanta era un’epoca di utopie, ma Patience e Norman non erano semplicemente degli “hippies”: per lungo tempo avevano studiato e messo in pratica l’arte di vivere secondo la natura, e col loro lavoro e con la loro vita erano diventati dei “guru”, fonte di ispirazione per molte persone, me stesso incluso. Anche solo passare del tempo con loro regalava delle intuizioni su elementi ordinari, come pietre, erba o vento, nord o sud, oro o bronzo… guerra o pace. A differenza di molti stranieri, cercavano la bellezza e la saggezza intrinseca del Mediterraneo direttamente dai contadini, agricoltori e artigiani che ne conoscevano i segreti.
Dato che vivevano praticamente alla fine del mondo, le mie visite sono state limitate, anche dopo la loro morte; il mio ritorno nel 2019 – per volere di Laura Perrone e Luca Coclite, con un caloroso invito dei padroni di casa di Spigolizzi Maggie Armstrong e Nicholas Gray – è stato per me la chiusura di un cerchio, un momento di ritorno a due cari amici i quali, ancora in vita, senza aver ascoltato nemmeno una nota della mia musica, avevano istintivamente riconosciuto che quella musica era anche la loro.
Durante le prove nell’aia, in una calda giornata dei primi di Settembre, sotto lo sguardo della gigantesca e ultramondana colonna di quattro o cinque metri creata da Norman, conosciuta come “il PAZZO” (il folle, matto, svitato, fuori di testa…), ho sentito di essere ritornato a casa, in questo improvvisato teatro all’aperto, dove praticamente tutto ciò che dici, fai o pensi diventa parte di un rituale che appartiene soltanto a dei popoli ancora da scoprire…
Per questo, nelle poche ore in cui facevo il settaggio dei miei strumenti elettronici e acustici – perché oltre al computer azionato dalla tastiera, che riproduce i suoni del mondo intero, ho utilizzato uno speciale bastone della pioggia, una conchiglia e uno shofar ricavato dal corno di antilope africana – più che in qualsiasi altra occasione della mia vita di esecutore mi sono sentito in uno spazio che in qualche modo era mio. Un primitivo cerchio magico di pietra che, pur se costruito in origine per la trebbiatura del grano, per poche ore è diventato un luogo in cui trebbiare il puro suono.
Come la maggior parte delle mie performance musicali solistiche, ho sviluppato un vocabolario e un linguaggio personale, creato dalle cianfrusaglie, da strumenti arcaici, suoni trovati, registrazioni sul campo e sofisticati processi elettronici che costruisco “al fresco” – letteralmente lanciando malta e pitture sonore in tempo reale. A differenza della durevole presenza del Pazzo, le mie “Endangered Species” esistono soltanto per il tempo in cui le si ascolta, nella loro esistenza come evento unico. Iniziata nel tardo pomeriggio in coincidenza con uno spettacolare tramonto… questa performance, in memoria di Patience e Norman, durerà per me finché ne avrò memoria. Ringrazio molto coloro che hanno reso possibile questo evento e la sua documentazione.
Alvin Curran
1 Marzo, 2021
Roma, Italia